Grafico 1: Prevalenza di decubito (categorie 1 et superiore) sviluppata in ospedale (residui e intervallo di confidenza del 95%)

Prevalenza standardizzate in %

Commento ANQ sul confronto presentato (Grafico 1):

Ogni ospedale partecipante è rappresentato con un valore contrassegnante i decubiti nosocomiali delle categorie 1 e superiore.
La linea rossa parallela all’asse x (orizzontale) rappresenta il tasso di prevalenza dell’intero campione (8.0% ).
La maggior parte degli ospedali è raggruppata attorno a questo valore, il che significa che i rispettivi tassi di prevalenza non si discostano troppo dall’intero campione.
Un ospedale si trova al di fuori del limite del 95%. Si tratta di anomalie, la cui prevalenza diverge verso l’alto in modo statisticamente significativo.
Una serie di ospedali non ha dichiarato alcun caso di decubito. Questi nosocomi sono indicati sulla linea dello zero.

 

Grafico 2: Prevalenza di decubito (categorie 2 et superiore) sviluppata in ospedale (residui e intervallo di confidenza del 95%)

Prevalenza standardizzate in %

Commento ANQ sul confronto presentato (Grafico 2):

Ogni ospedale partecipante è rappresentato con un valore contrassegnante i decubiti nosocomiali delle categorie 2 e superiore. La linea rossa parallela all’asse x (orizzontale) rappresenta il tasso di prevalenza dell’intero campione (1.3%).
Si nota che un ospedale del gruppo di confronto «Presa a carico centralizzata/cure di base» e un nosocomio del gruppo di confronto «Ospedali universitari/ospedali pediatrici» si situano appena al di fuori dell’intervallo di confidenza del 95%. In considerazione della bassa prevalenza, potrebbero bastare uno o due casi di decubito per identificarli come anomali. I risultati vanno dunque interpretati con grande cautela.
Va osservato che soltanto 4 dei 32 ospedali hanno notificato casi di decubito di categoria 2 e superiore. Tutti gli altri sono quindi raffigurati sulla linea dello zero.

 

Spiegazioni generali sui grafici

Descrizione generale del grafico: link

Maggiori informazioni nel rapporto comparativo nazionale 2017 e nella sua versione abbreviata.